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Il Natale del Signore: mistero di gioia e di luce (Benedetto XVI)

2022-11-29 21:12

don Antonio Parisi

Paniere, Natale,

Il Natale del Signore: mistero di gioia e di luce (Benedetto XVI)

Il Natale del Signore: mistero di gioia e di luce (Benedetto XVI)

 

In questa Catechesi, vorrei richiamare brevemente qualche tema proprio della celebrazione
del Natale del Signore affinché ciascuno di noi possa abbeverarsi alla fonte inesauribile di
questo Mistero e portare frutti di vita.
Anzitutto, ci domandiamo: qual è la prima reazione davanti a questa straordinaria azione di
Dio che si fa bambino, si fa uomo?

 

Penso che la prima reazione non può essere altro che gioia. «Rallegriamoci tutti nel Signore,
perché è nato nel mondo il Salvatore»: così inizia la Messa della notte di Natale, e abbiamo
appena sentito le parole dell’Angelo ai pastori: «Ecco. Io vi annuncio una grande gioia» (Lc
2,10). È il tema che apre il Vangelo, ed è il tema che lo chiude perché Gesù Risorto rimprovererà
agli Apostoli proprio di essere tristi (cf Lc 24,17) - incompatibile con il fatto che Lui
rimane Uomo in eterno.

 

Ma facciamo un passo avanti: da dove nasce questa gioia?
Direi che nasce dallo stupore del cuore nel vedere come Dio ci è vicino, come Dio pensa a
noi, come Dio agisce nella storia; è una gioia, quindi, che nasce dal contemplare il volto di
quell’umile bambino perché sappiamo che è il Volto di Dio presente per sempre
nell’umanità, per noi e con noi. Il Natale è gioia perché vediamo e siamo finalmente sicuri
che Dio è il bene, la vita, la verità dell’uomo e si abbassa fino all’uomo, per innalzarlo a Sé:
Dio diventa così vicino da poterlo vedere e toccare...

 

La Chiesa contempla questo ineffabile mistero e i testi della liturgia di questo tempo sono
pervasi dallo stupore e dalla gioia; tutti i canti di Natale esprimono questa gioia. Natale è il
punto in cui Cielo e terra si uniscono, e varie espressioni che sentiamo in questi giorni sottolineano
la grandezza di quanto è avvenuto: il lontano - Dio sembra lontanissimo - è diventato
vicino; «l’inaccessibile volle essere raggiungibile, Lui che esiste prima del tempo cominciò
ad essere nel tempo, il Signore dell’universo, velando la grandezza della sua maestà, prese la
natura di servo» - esclama san Leone Magno (Sermone 2 sul Natale, 2.1). In quel Bambino,
bisognoso di tutto come lo sono i bambini, ciò che Dio è: eternità, forza, santità, vita, gioia, si
unisce a ciò che siamo noi: debolezza, peccato, sofferenza, morte....

 

Vorrei soffermarmi, infine, su un altro aspetto del Natale. Quando l’Angelo del Signore si
presenta ai pastori nella notte della Nascita di Gesù, l’Evangelista Luca annota che «la gloria
del Signore li avvolse di luce» (2,9); e il Prologo del Vangelo di Giovanni parla del Verbo
fatto carne come della luce vera che viene nel mondo, la luce capace di illuminare ogni uomo
(cf Gv 1,9). La liturgia natalizia è pervasa di luce. La venuta di Cristo dirada le tenebre del
mondo, riempie la Notte santa di un fulgore celeste e diffonde sul volto degli uomini lo
splendore di Dio Padre.

 

Anche oggi. Avvolti dalla luce di Cristo, siamo invitati con insistenza dalla liturgia natalizia a
farci illuminare la mente e il cuore dal Dio che ha mostrato il fulgore del suo Volto. Il primo
Prefazio di Natale proclama: «Nel mistero del Verbo incarnato è apparsa agli occhi della nostra
mente la luce nuova del tuo fulgore, perché conoscendo Dio visibilmente, per mezzo suo
siamo rapiti all’amore delle realtà invisibili». Nel Mistero dell’Incarnazione Dio, dopo aver
parlato ed essere intervenuto nella storia mediante messaggeri e con segni, “è apparso”, è uscito
dalla sua luce inaccessibile per illuminare il mondo....

 

È un invito rivolto alla Chiesa, la Comunità di Cristo, ma anche a ciascuno di noi, a prendere
ancora più viva coscienza della missione e della responsabilità verso il mondo nel testimoniare
e portare la luce nuova del Vangelo. All’inizio della Costituzione Lumen gentium del Concilio
Vaticano II troviamo le seguenti parole: «Essendo Cristo la luce delle genti, questo santo
Concilio, adunato nello Spirito Santo, ardentemente desidera con la luce di Lui, splendente
sul volto della Chiesa, illuminare tutti gli uomini annunziando il Vangelo a ogni creatura» (n.
1)...

 

Cari fratelli e sorelle, il Natale è fermarsi a contemplare quel Bambino, il Mistero di Dio che
si fa uomo nell’umiltà e nella povertà, ma è soprattutto accogliere ancora di nuovo in noi
stessi quel Bambino, che è Cristo Signore, per vivere della sua stessa vita, per far sì che i suoi
sentimenti, i suoi pensieri, le sue azioni, siano i nostri sentimenti, i nostri pensieri, le nostre
azioni.
Celebrare il Natale è quindi manifestare la gioia, la novità, la luce che questa Nascita ha portato
in tutta la nostra esistenza, per essere anche noi portatori della gioia, della vera novità,
della luce di Dio agli altri. Ancora a tutti l’augurio di un tempo natalizio benedetto dalla presenza
di Dio!

(Benedetto XVI, Catechesi dell'udienza generale del 4 gennaio 2012)

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